martedì 31 marzo 2015

Lettera aperta a un pipemaker esordiente.


Carissimo pipemaker esordiente, speranza e dannazione del nostro hobby, so che non è facile parlarti, oggi sei invasato da questa passione. E gli appassionati non sono ascoltatori molto facili. Ma penso che in qualche modo occorra cominciare a comunicare.



Il mondo è diventato più veloce, più diretto. Tu non hai hai più l'ombrello di figure paterne e autentici "guardiani della porta", gente che occorra sedurre, convincere e da cui ottenere a torto o a ragione l'approvazione, prima di passare al livello successivo. Quello in cui le tue pipe sono autorizzate ad arrivare a me, che magari le comprerò o magari no.
Non hai maestri che ti fanno spazzare i trucioli, e intanto ti guardano, ti pesano umanamente e professionalmente magari con feroce ingiustizia. Non hai commercianti che storcono la bocca, ti umiliano, ti corrompono nella tua purezza, pretendono di pagarti in noccioline e ti mettono alla sferza insegnandoti quant'è difficile il mondo. Non c'è il filtro umano che dai mille e mille aspiranti e cantinari selezioni chi ha la costanza e la testardaggine, se non il talento, di diventare un vero artigiano. Di fronte a te c'è il mare aperto ti facebook e di internet. Quel mare sono io, e tutti gli appassionati come me, che le pipe le comprano. E nel nostro mare è bello tuffarsi, diguazzare senza intermediari, senza perdere tempo, senza lasciare che altri si godano i frutti economici della tua fatica, così, liberamente, senza freni, senza limiti. Ci si può tuffare anche dopo aver mangiato il gelato, come viene, come piace. E' facile. Si guadagna anche qualche soldino. Ed è per questo che tu, con ogni probabilità, affogherai.

Stai ben sicuro che fare pipe, e venderle, passato il primo momento di entusiasmo, resterà difficile come è sempre stato. Dei mille e mille entusiasti che partono, uno arriverà. Non novecentocinquanta. Il grande rischio è che se non ti avrà fermato per tempo il tuo maestro, quello che ti mette a guardare e a fare poco altro che il galoppino non pagato, se dopo non ti avrà fermato il tabaccaio o il distributore, a un certo tardivo punto ti fermi la banale considerazione che, ora che le pipe sono diventate un mezzo lavoro, qualsiasi modo di impiegare il tuo tempo, dall'imbiancare pareti a lavare le macchine, è più redditizio di quello che stai facendo. E nel frattempo avrai perso solo un sacco di tempo e un sacco di soldi, per fare una cosa di cui -in fondo- in sé, non ti è mai interessato nulla.

Non avendo gente che ti facesse lavorare gratis, sei partito con l'idea che tutto sommato vendere una pipa a 120 euro non sia così complicato. Che cos' hai in meno di chi lo fa da dieci anni? L'hai fatta, l'hai messa su facebook, ti hanno detto tutti che è meravigliosa, uno l'ha pure comprata. Evvai. Eri già in business.

Che te ne renda conto o no, hai confuso due concetti che non vanno confusi: uno è che ti piace fare pipe, l'altro è che con le pipe guadagnare, se non facile, è quantomeno abbastanza possibile. E' un errore che rischia di dare risposte drammaticamente sbagliate a diverse domande. Se tu ti fossi tolto dalla testa che con le pipe si può guadagnare subito, easy, se avessi piegato la schiena giorno e notte senza ricavarne nulla se non scapaccioni ed esperienza, avresti prima di tutto messo alla prova l'idea, seducente nei primi quindici minuti, ma non così scontata quando i minuti diventano anni, che fare pipe sia la cosa che vuoi davvero fare, che sia una passione a cui dedicare la vita. E se non avessi cominciato a metterti subito in tasca qualche sesterzio non ti saresti fatto anche l'idea drammaticamente sbagliata che guadagnare facendo pipe sia una cosa abbastanza alla portata di tutti, persino tua.


Non ti rendi conto che tutte le probabilità sono contro di te. In qualunque lavoro semi-artistico, così affascinante dal di fuori, il ruolo di chi cerca di spezzarti la schiena e rimandarti a casa il prima possibile, è fondamentale. E' quello di selezionare più velocemente dal molto che parte il pochissimo che arriverà, non a fare quel lavoro in modo geniale, ma semplicemente a farlo (con risultati economici tutti da vedere). Selezionare velocemente, quindi duramente, per risparmiare tempo a se stessi (gli istruttori) e, del tutto involontariamente, anche ai candidati i quali -se non arriveranno da nessuna parte- è meglio che prendano il prima possibile una nuova strada.

I pochi soldini che entrano (senza bilanciare le spese del tornio cinese, dei punzoni, delle materie prime, di tutto il microbusiness che ti stai prematuramente organizzando), i complimenti ingenui di chi vede i tuoi manufatti, non ti aiutano. Perché se non c'è nessuno che ti fa sputare sangue, ti frusta e ti seleziona, se il mare in cui diguazzi non ha bagnini che cerchino di buttarti fuori a pedate nel sedere, il cerbero di te stesso devi essere tu, ed è più difficile. Molto più difficile. Non più facile. Occorre guardarsi in faccia spietatamente e non tutti ne sono capaci, quindi mi permetto di suggerirti qualche test.

Il primo è questo: se stai VENDENDO pipe dopo pochi mesi che hai cominciando a grattare radica, stai sicuramente sbagliando tutto: qualunque fosse il tuo obiettivo ti stai creando un problema. Stai rovinando un divertimento non commerciale (se l'intenzione era quella, allora le pipe dovevi regalarle agli amici). Ma anche se l'idea è stata da principio quella del semi-professionismo, il poco denaro che entra è droga che ti rallenterà e ostacolerà la tua carriera di pipemaker. I soldi che chiedi (se non sono proprio un minimo rimborso spese) sono una mancanza di rispetto verso chi il tuo lavoro lo sa fare per davvero, e che vede il suo listino-prezzi (appena un po' limato) essere applicato agli ingenui lavoretti di uno che sta facendo si e no i primi passi. Questo dà l'idea di avere a che fare con uno che non ha capito molto, e che probabilmente non capirà mai molto. Probabilmente è anche una idea esatta (e questo è il vero problema).

Il secondo pessimo segnale è che tu abbia speso molti più soldi in torni cinesi, punzoni, scatolette, sacchetti, cuvette, che in pipe belle, libri sulla pipa, viaggi di pipa, e tutto quanto riguarda la CONOSCENZA della cosa che secondo te è la tua passione. Nessuno scrittore è mai andato molto lontano spendendo più in penne che in libri. E lo stesso è per un lavoro che come primo ingrediente dovrebbe avere la passione, e che non potrà mai funzionare senza una bruciante necessità di sapere tutto quello che c'è da sapere sulla pipa, e non solo e soltanto sull'utensileria meccanica, il marketing o quant'altro.

Cerca anche di ricordare che chiunque sta facendo del suo meglio per romperti le scatole, per scoraggiarti, per renderti la vita difficile, per farti sentire una nullità, per farti mollare, per farti scoppiare, sia che lo faccia per innata bontà che per innata stronzaggine, sia che capisca molto di pipe che niente, sta oggettivamente facendoti un favore. Sta testando la tua resistenza e la tua feroce motivazione a fare davvero qualcosa che non si può assolutamente fare senza volontà (e che avrà bisogno anche di molto altro).

Rispetta chi lavora da tanto tempo e cerca di guadagnare il loro rispetto. Forse (ma non necessariamente) ti insegneranno qualcosa che avresti impiegato molto più tempo ad imparare da solo. Non cercare di guadagnare subito, rifiuta i soldi anche se ti li offrono. Se "loro", i pipemaker veri, mettono le loro pipe a 100 euro la lezione che devi trarre è che tu NON puoi farlo, non ne hai il diritto e non ti conviene nemmeno (e non che anche tu puoi fare una pipa quasi simile, che si può vendere allo stesso prezzo o quasi a qualche amico). Fare pipe e fare una pipa sono concetti parenti, ma non sono la stessa cosa. Una pipa vale anche per effetto di quello che valgono le altre pipe che si sono fatte e si faranno con lo stesso nome. Non basta azzeccarne una, non devi sbagliarne nessuna (o quasi). Quindi per ora soffri, investi, imponiti anche sacrifici non necessari, se non ci pensa qualcun altro a bastonarti. Tutto questo ti servirà a formare il carattere e a imparare cose che ti serviranno se mai sarai uno dei pochissimi individui che avendo cominciato a sforacchiare radica scopriranno di avere le doti per farne un lavoro.

Oppure ti servirà a smettere prima, avendo buttato meno tempo e soldi.
Perché tu smetterai: non lo dico io, lo dice la statistica.