Le due Ashton appena arrivate da Jim Craig
Essere menti organizzate e ordinate ha certamente i suoi vantaggi. Talvolta anche non esserlo, però, dà le sue soddisfazioni.
Tra le menti meno organizzate, da sempre, i pipemakers inglesi hanno un ruolo di rilievo. Ashton in particolare, fondata dal compianto Bill Taylor è sempre stata una pipa amabile per chi in un manufatto cerca anche l'impronta caratteriale e umana del creatore. Per chi, guardando una foratura o una sabbiatura può provare a indovinare lo stato d'animo, e magari talvolta anche la quantità di whisky che aveva bevuto quel giorno il suo autore.
Da quando Bill Taylor è morto (ma probabilmente anche da parecchio prima), le operazioni di Ashton sono condotte da Jim Craig. Questi cambi di mano sono sempre delicati. Al tempo in cui avvenne il cambio della guardia ci fu ampia discussione tra gli appassionati, che confrontavano le Ashton "Taylor" con le Ashton "Craig", armati del più grande scetticismo, con tutta la capacità di spaccare il capello di cui noi malati di questo oggetto siamo capaci.
Personalmente sono sempre stato dalla parte di Jim Craig, anche perché sapevo che molte delle Ashton che avevamo sempre incondizionatamente ammirato erano già fatte da lui. Possiedo diverse Ashton "Taylor" ma non ho mai avuto alcuna remora anche ad acquistare le "Craig", che mi hanno totalmente soddisfatto e, seppur in brevi scambi elettroepistolari, mi hanno fatto scoprire una persona di grande correttezza e competenza.
Da poco più di anno sono entratto in contatto con Jim Craig anche su Facebook. Lo vedo a pesca in mari tropicali, indossare cappelli che invidio, fare scherzi piuttosto bizzarri e irripetibili a suo nipote. In breve ho capito che il sangue Ashton continua a non essere acqua, anche perché (sempre a giudicare dalle foto) frequentemente corroborato da gin tonic.
Non so se la conversazione che abbiamo avuto via chat quando gli ho ordinato queste pipe sia avvenuta in uno stato di particolare euforia per me, per lui o forse per entrambi. Fatto sta che avevo l'intenzione di ordinare una pipa simile a una che avevo già, una apple XX in finitura brindle. Però in un altro shape e con un cumberland di colore diverso. Qualche settimana dopo stavo pagando due pipe e rileggendo la mia conversazione con Craig era francamente difficile capire che shape avessi ordinato. Nelle mie intenzioni, erano però due brindle con cumberland "nuvoloso" ma in due colori diversi, nessuno dei quali verde oliva (che avevo già).
Aprendo il pacchetto ho invece scoperto di essere il fortunato possessore di due Pebble Grain (un grading leggermente più alto), sabbiate in modo spettacolare, commovente, esattamente dello shape che avevo ordinato (come ho accertato, decodificando alla fine la contorta chat), ma con lo stesso identico bocchino che già possiedo, e peraltro amo. Un tactical cumberland verde oliva, che richiama il mimetismo dei corazzati destinati a operare nelle piane e nelle foreste dell'Europa Centrale. Il vizio delle microvariazioni mi insegue, a dispetto della mia razionale intenzione di allontanarmene un po'.
La totale incapacità organizzativa, il disordine espositivo e il caso mi hanno regalato una sorpresa e un paio di pipe ancora più attraenti di quelle che avevo immaginato. Se qualcuno cercasse di separarmi da questa nuova coppia di Ashton da duello, il cui fornello emana il promettente odore d'olio che mi aspetto da ogni nuova Ashton, me ne difenderei con la violenza, se necessario a bottigliate.