giovedì 4 ottobre 2012

Le mia prima Dunhill (e le ragioni più sbagliate per comprarne una)



Vale quello che costa? L'eterno dilemma del puntino bianco.


C'è un thread di "fumare la pipa" che mi causa spesso acuti mal di capo. Si chiama "una Dunhill per provare" e generalmente raccoglie le esperienze di chi ha trovato una Dunhill a prezzo ultrascontato (nuova in qualche tabaccaio che ha gettato la spugna oppure straziata in qualche mercatino delle pulci) e ha deciso di comprarla per vedere se quelle carissime pipe col puntino sono veramente così meravigliose come le si dipinge. Se, diciamo, una volta accese, sprigionino qualche inimmaginabile magia che valga il loro prezzo.

Quasi invariabilmente, dopo qualche frettolosa fumata, talvolta con agghiaccianti caroselli di tabacchi, il risultato di questa prova è che no, in una Dunhill non c’è proprio nulla di speciale: fuma esattamente come una pipa normale. Grande è allora la delusione del tester. Ne consegue che chi le acquista, più o meno, è solo un fanatico un po' toccato che si è fatto abbindolare. Altrettanto invariabilmente, e a mio avviso con totale mancanza di logica, chi trancia giudizi di questo genere, tende a mostrarsi poco disposto a scambiare la sua pipa truffaldina con una di quelle splendide ed oneste pipe che sostiene di apprezzare (io di solito ci provo a salvare la malcapitata pipa da una immeritata prigionia).

Tutto ciò nasce da un enorme fraintendimento, diffuso sia tra chi idolatra che tra chi odia questo marchio. Una Dunhill in effetti non è nient'altro che una pipa normale. Semplicemente, è una pipa che da più di cento anni ha seguito una politica di eccellenza senza compromessi. Nei giorni buoni e in quelli cattivi, sempre. Non accettare assolutamente mai scorciatoie e vie di mezzo per un po' di fatturato in più, è una scelta quasi eroica (chi conduce una qualsiasi attività economica potrà condividere il senso di ammirazione meglio di chiunque altro). Il risultato è semplicemente che Dunhill è la normalissima pipa contro cui qualsiasi altra deve confrontarsi. Si è buoni o meno buoni rispetto a quanto vicini si riesce ad essere all'ideale di Alfred Dunhill, fisicamente rappresentato da tutte le pipe col suo marchio messe sul mercato in qualsiasi tempo. Dunhill rappresenta il gold standard di tutti gli shape classici e di tutto ciò che una pipa deve essere per essere il meglio. Quello che Dunhill offre è la assoluta garanzia, qualunque sia il finissaggio, l'anno di produzione, la dimensione, di aver provato ad essere la migliore pipa umanamente possibile (magari non sempre riuscendoci). Nulla di più, nulla di meno di questo.

Una Dunhill, presa singolarmente, non è necessariamente migliore di una pipa di qualsiasi altra buona marca. E di buone marche ce ne sono (e ce ne sono state) tante. Dunhill è semplicemente una garanzia di qualità che non conosce eccezioni. Per averne una come deve essere non devi conoscere molto, non devi essere un abile collezionista che si destreggia tra produzioni di eccellenza e cadute commerciali. Basta che sia una Dunhill: una qualunque. E' l'unica marca di pipe di questo livello che non abbia mai dovuto ammainare la sua bandiera. Qualcuno sente l'attrazione per l'ossessiva propensione alla perfezione e al successo commerciale che ha donato alla storia della pipa una meravigliosa pietra di paragone. Qualcuno invece si preoccupa semplicemente di comprare una pipa: la migliore possibile al migliore prezzo possibile. Il che è altrettanto legittimo. Ma non condurrà quasi mai al puntino bianco.

Ancora diverso è comprare al miglior prezzo possibile una pipa che fumi bene. In questo caso, puntare a Dunhill è come scegliere una Rolls Royce per trainare una roulotte.





La mia prima Dunhill. Una Red Bark 142 F/T del 1973. Ai suoi tempi, come oggi, un sacrificio economico non indifferente, che merita di essere fatto per le ragioni giuste. O anche non essere fatto per nulla.



Quando ho comprato la mia prima Dunhill tutto questo, fortunatamente, lo sapevo già. Tra le pipe di mio padre qualche Dunhill c'era. Erano quelle più preziose ma non certo le uniche che rispettasse. Di nascosto, quando già avevo qualche pipa passabile, mi fumai la sua liverpool e la sua square panel. Ne sentii il fascino e rimasi ammirato dalla rassicurante durezza dell'ebanite (che avrei scoperto anni dopo essere la migliore ebanite tedesca) e dalla fattura del bocchino. Ma a parte questo non ebbi nessuna particolare rivelazione mistica. 

Quindi, il giorno in cui, appena incassato uno dei primi stipendi che mi avevano elevato oltre la soglia della fame, decisi di ripiombare almeno per un po' nell'indigenza per acquistare la mia prima Dunhill, sapevo che quasi tutto quello che potevo attendermi era lì davanti ai miei occhi. Prima di tutto quel bocchino lucente e tagliato a mano, i cui lati si rastremano dritti come un fuso. Bello come solo un bocchino fatto su misura può essere. Così diverso dal terminale molliccio della mia Savinelli Punto Oro (un'altra dublin rossa, ma liscia), la cui forma tradiva l'ebanite stampata (e pure, in quel caso, da quattro soldi).


Lo shape è il 142. Ovvero la Dublin un po' robusta che ai tempi in cui l'acquistai mi era particolarmente caro. Solo col tempo ho capito di non essere molto bravo a fumare nelle dublin.


Poi  una forma dublin assolutamente autorevole. Non troppo esile, col fornello leggermente inclinato in avanti. Non troppo sottile, non troppo spessa. Esattamente giusta. Una bella sabbiatura (che avrei potuto comunque trovare anche altrove). Una finitura singolare, che sarebbe rimasta fino a pochissimo tempo fa la mia unica Red Bark (forse per il desiderio di non privare la mia prima Dunhill della sua singolarità). Insomma una pipa assolutamente perfetta e allo stesso tempo assolutamente normale.

La rivelazione mistica che non aspettavo non è effettivamente arrivata. Ho semplicemente goduto di una pipa che ricordo di aver fumato in alcuni momenti che forse anche per questo sono rimasti importanti. La fumai per esempio seduto per terra, ascoltando un disco di Art Pepper, nella nostra nuova casa, ancora priva di mobili (ma non di uno stereo e di un posacenere). Ha sempre fumato come deve fumare un'ottima pipa: bene. Senza nessun problema di nessun tipo. Avrei successivamente scoperto che la forma dublin che a quei tempi mi affascinava non è proprio l'ideale per il mio modo di fumare, ma questo sarebbe successo molte Dunhill dopo (di Dunhill ne ho comprate molte, non ne ho mai data via una, e non ho mai nemmeno desiderato farlo).

Una Dunhill offre il senso rassicurante di possedere ed usare un oggetto discreto e semplicemente perfetto. Una pipa ideale, che non  ha nulla di vistoso eppure non può essere fatta meglio di così e per questo costa cara. Se questo interessa, investire in una Dunhill ha un grande senso.

Non ha invece senso comprare una Dunhill solo perché costa poco. Magari aspettandosi di svelare acutamente, con due fumate in croce, l'inganno del puntino bianco.  Una Dunhill non regalerà mai nulla a chi non ha intenzione di apprezzarla. Per quanto poco la si possa pagare, saranno sempre e solo soldi buttati. 

Tutto si può trovare in una Dunhill. L'uomo paziente ci troverà la ricompensa dovuta a chi sa aspettare. L'uomo sensibile, una pipa da ascoltare perché viene da un mondo perduto. Lo scienziato, uno strumento robusto, versatile ed analitico. Il risparmiatore, un buon investimento.

E anche lo stolto troverà ciò che cerca: un bel po' di soldi spesi per la ragione sbagliata.

26 commenti:

  1. come al solito un ottimo post.
    ciao
    g

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    1. Buongiorno, io fumo la pipa da qdo avevo 15 aa, ora ne ho 62; le mie uniche pipe Dunhill, me le hanno regalate i miei qdo avevo 45 aa; sul fatto che le Dunhill, siano ottime pipe, credo che sia oramai un fatto assodato; e cque,x ql che mi concerne,mi sembra che la loro fama sia un fatto incontestabile, e cque una Dunhill in collezione nn dovrebbe mai mancare … !!!
      DocPisqui

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  2. Non poso che essere completamente d'accordo...comprare un oggetto per il solo fatto che costi poco, eccezion fatta per chi vive di commercio, è il modo più sbagliato per accostarsi a qualcosa, che sia una pipa, una macchina, una tavola da snowboard o qualsiasi altra cosa.
    Il lato economico, seppur imprescindibile :(, non può e non deve essere il motore delle nostre azioni, a meno di non voler ridurre la nostra vita a un foglio con annoverate le nostre spese.
    Io sono una persona che sa rinunciare a qualcosa sapendo che prima o poi arriverà la folgorazione, sono certo che potrei aspettare in attesa di tempi migliori per togliermi uno sfizio (ad esempio una boccetta esagonale di Mastro Gilli), così come so che d'impulso potrei comprare un qualcosa non preventivato per il solo essermene innamorato. Credo che un buon prezzo potrebbe indurmi in tentazione, ma comprare qualcosa solo perchè è un'affare è un pessimo modo di rapportarsi agli oggetti, sopratutto se comprati per "scatenare emozioni".

    PS Prima o poi piacerebbe poter salvare una Dunhill anche al me!!

    Luca

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    1. Purtroppo stavolta non ce l'ho fatta, e la povera Russet continuerà la sua triste prigionia nelle mani di qualcuno che non l'apprezza... Porella...

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  3. Ti ho conoscito su "Fumare la Pipa" dovè mi hai dato delle dritte sui tabacchi di Gawith.
    Trovo che i tuoi siano post veramente interessanti; gra belle letture, frutto di una spiccata agilità mentale.
    Grazie per la condivisione,
    Tillo

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  4. Ciao Tonibaruch, leggo volentieri quel che scrivi perché scrivi bene.
    Condivido un po' meno l'apologia che fai del marchio Dunhill. Concordo sul fatto che il marchio in questione produca ottimi strumenti da fumo ma non mi sentirei di dire che offra la garanzia di eccellenza in ogni tempo e per ogni modello. Per due motivi: perchè la radica è un prodotto della natura che, per quanto selezionato e invecchiato, porta con sè sempre una certa alea in ordine alla qualità della fumata e alla durevolezza della pipa stessa. Poi, più semplicemente, perchè qualche modello fallato mi è capitato di vederlo (foratura non perfetta ad esempio).
    Come hai scritto tu, buone pipe ce ne sono anche di altri marchi; Dunhill, a mio avviso, vende prodotti di lusso al pari un Bulgari che vende gioelli.
    Una pipa, già di suo, per me non è mai un investimento ma, tuttal'più, uno sfizio. E Dunhill è senz'altro uno sfizio costoso ...
    Non voglio sembrare un denigratore del "white spot" ma, personalmente, le migliori fumate le ho fatte con altre marche.
    Fumate serene. ;-)

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    1. Ognuno ha diritto alla sua opinione, e la mia è scritta lì sopra. Il fatto che una Dunhill ben comprata sia un investimento (o quantomeno una non-spesa) però non è un'opinione. E' un dato di mercato, che ho comprovato recentemente, quando ho permutato per la prima volta un paio di Dunhilll, le prime che siano mai uscite dalla mia collezione.
      Dopodiché ha una sua personalità (quante marche possono dire lo stesso) che può risultare poco simpatica. E stimo tantissimo anche appassionati che stanno dall'altro lato della disfida Dunhill-Charatan (ad esempio).

      Fatto sta che Dunhill è ancora lì, e tutti gli altri no...

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  5. Ciao Toni

    scusa se scrivo su un post vecchio, ma non ho capito questo tuo ultimo commento. che le Dunhill siano ben valutate anche da usate ok, ma che sia una non spesa... se compri una Dunhill nuova e poi la rivendi ci perdi la metà o poco meno, ma questo capita anche con altri marchi di certo prestigio, come Castello, Duca ecc.. dove sta la differenza e la non spesa?

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    1. Quello del "conto deposito", ovviamente, è un discorso che vale per l'usato. In questi decenni chi ha comprato una Dunhill usata buona al giusto prezzo ha visto garantito il valore del suo "investimento". E' sempre riuscito a rivendere allo stesso prezza, almeno, che aveva pagato. Quindi di fatto una buona Dunhill rodata non è una spesa, ma del denaro messo in parcheggio, con ottime prospettive di rimanerci.
      Per chi ha comprato molti altri marchi che nel frattempo si sono dissolti o si sono svalutati, o hanno venduto l'anima al diavolo, non vale lo stesso discorso.
      Non è facile resistere al top per oltre cento anni. Dunhill c'è riuscita, pare che continui a riuscirci. Per gli altri marchi di lusso di oggi non sappiamo. Le probabilità non lavorano a loro favore.

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    2. ah ok, parlando di acquisto di usato certamente! magari capita anche di guadagnarci...
      grazie, a presto!

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    3. Guadagnarci, se compri e rivendi sullo stesso canale, è abbastanza difficile. Ma quello che differenzia Dunhill da altri marchi è che sul lungo periodo ha mantenuto il suo livello di eccellenza e le sue quotazioni. Per molti dei marchi che competevano un tempo col white spot non è così. Per questo una Dunhill si può sempre comprare serenamente, se lo si fa con un minimo di criterio. E' qualcosa che nella tua rastrelliera non si svaluterà, probabilmene. Se sei stanco, se cominci a interessarti di altro, con una lucidata e un po' di lavoro, quello che spendi oggi domani te lo riprenderai sempre. Perlomeno è stato così per 100 anni. Non è poco.

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    4. Hai ragione.. io ho un'unica Dunhill che ho pagato relativamente poco a un mercatino. Per disdetta è anche l'unica delle mie pipe che non mi soddisfa appieno. Mi compromette un po' l'ultimo terzo della fumata, trovo che il tabacco si adagi poco bene.. niente di che, però tendo a preferire furmar le altre. la pipa è tenuta anche bene, io stesso ho ripulito il bocchino e sono sicuro che potrei venderla anche a più di quel che l'ho pagata, perchè non lo faccio?? boh! è proprio bella, e mi viene più spontaneo cercare qualche soluzione creativa per farla fumare bene che rivenderla e prenderne un'altra. tra l'altro non sono neanche un talebano del classico, del gusto inglese... anzi! ma avendola in mano si nota proprio una perfezione e una sobria bellezza nel complesso che non mi fa venir voglia di seprarmene!
      P.S. sono certo che il fatto che sia Dunhill non c'entra niente col fatto che non mi piace come fuma, è un caso

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    5. Che forma e che dimensione (gruppo)? Magari è un po' più piccola delle pipe a cui sei abituato (è un'ipotesi)

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  6. L'avevo postata qui http://www.fumarelapipa.com/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=11346&viewmode=flat&order=ASC&start=300 N. 326. forse tra quelle che fumo è quella che ha le proporzioni più "padellose", misura Ø20x31 di altezza. le altre che fumo bene sono più cilindriche.. questa tra l'altro è anche l'unica rhodesian che ho. Forse da questo dipende la gestione peggiore che ho della pressata, ma riguardo al gusto un po' ceneroso dell'ultimo terzo non me lo spiego.
    Pensavo anche di grattare via la crosta, ma non ho un alesatore decente, aspetterò.. comunque la fumo, non è che faccia proprio schifo!

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  7. Ciao toni,
    Noi ci siamo letti e riletti sull'isola del fumo lento.
    Sono un fan delle pipe Peterson ma questa volta ho deciso di investire su Londra piuttosto che su Dublino e mi sono portto a casa la mia prima white spot.
    Ti invito a leggere quanto da me scritto sul mio umilissimo blog, mgari potrai rispondermi ed esprimere una tua opinione sul mio scritto e sulle mie paure (spero infondate) sul marchio Dunhill!!!
    http://segnalifumo.blogspot.it/2014/03/una-dunhill-e-pur-sempre-una-dunhill.html

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    1. Ciao Kinski. Ho letto e ti ho risposto. Purtroppo temo che le tue "paure" siano tutte da confermare. Ho scritto il post che stai commentando proprio per dire che, almeno per quella che è la mia esperienza e la mia capacità di comprensione, l'idea di ottenere chissà quali miracoli dal fumo di una dunhill, è una illusione che porta a buttare dei soldi. Ci sono un sacco di ragioni per comprare una, o molte più, Dunhill. E mi sono sforzato di spiegarle. Ma alla fine sono delle pipe, delle bellissime pipe, che generalmente fumano come deve fumare una buona pipa, cioè molto bene. Ma se le compri aspettando rivelazioni e miracoli, butti dei soldi.

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  8. Ho ereditato da mio nonno e mio zio una dozzina di pipe un po' di tutte le marche; solo oggi mi sono riproposto di cercare in rete quale sia il motivo per cui tra tutte le pipe che ho e che fumo a rotazione la Dunhill, a parità di tabacco, mi grazia sempre di fumate bellissime facendomi assaporare note di aromi che con le altre pipe non riesco ad avvertire. Non avendo mai comprato una pipa il mio giudizio è avulso dal valore/costo di questa pipa, ma sinceramente spropositatamente a favore di questa pipa 114 Dunhill premiere made in england 5 (I) A con puntino sotto il bocchino.
    Al di là di ogni qualità estetica, ineccepibile nel design e nell'ergonomia , fatta con una vitrea radica rossa ambrata, mi stupisce per la qualità della fumata e impeccabilità del tiraggio in ogni condizione e con qualsiasi tabacco. Apprendo qui che è un marchio leggendario e per mio umilissimo parere non posso che confermare questo blasone. Mi si può obiettare che le altre mie pipe siano scarse al suo cospetto e forse è così; il mio termine di paragone sono le 3 Savinelli punto oro che possiedo ma nessuna riesce nemmeno ad avvicinarsi.
    Andrea

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  9. Andrea, mi fa piacere. Io come hai letto sono un grande amante del marchio ma non avverto, rispetto a una buona pipa, una differenza così marcata. Avverto una differenza sensoriale. Una Savinelli Punto Oro è una pipa un po' più poverina, con un bocchino un po' meno godibile e ben fatto, etc etc... Però qui ognuno ha le esperienze sue. Sicuramente con una Dunhill non si casca male quasi mai. Attenzione che nella Dunhill il punto bianco va messo SOPRA, non sotto.

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    1. Il ragionamento che fai tu con le Dunhill è lo stesso che in fotografia si può fare con la Leica, anche se lì la sproporzione di prezzo è enormemente più evidente.
      La Leica è senz'altro lo standard verso cui tutti, più o meno, hanno teso nel corso degli anni. Ma se sei bravo, fai ottime fotografie con qualsiasi macchina fotografica.
      È chiaro, ogni fotografo vorrebbe avere una Leica - almeno quelle a pellicola, su quelle digitali la qualità non è paragonabile - proprio per quella sicurezza dovuta alla sua affidabilità e alla qualità quasi maniacale.
      Ma alla fine tutti spendiamo al massimo un migliaio di euro per un'ottima mirrorless - io ho una Fuji X100S che mi ha dato e mi dà soddisfazioni enormi, pur non essendo io un feticista della macchina - con un'ottica dignitosa.
      Credo che il tuo articolo non faccia una grinza, oltre ad essere scritto splendidamente come sempre.

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    2. Mi sembra un parallelo perfettamente calzante, e lo condivido completamente

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  11. Ciao Tony, il mio nick name e' lucP anch'io ti leggo nel forum dove mi hai dato dei consigli sul tabacco. L'argomento e' datato spero però si possa ancora commentare. Io sono pipatore dal 1980 con in mezzo vari anni di interruzione che poi mi han fatto sempre rientrare nel mondo pipario.
    Non mi sono mai interessato al marchio dunhill e credo che mai me lo potrò permettere, ho circa quaranta pipe di varie marche e non ho piu' posto per parcheggiarne delle nuove.
    Il fatto poi che gia' queste mie mi sopravviveranno mi dissuade dal comprane delle nuove.
    Rivedendole e prendendole in mano esse mi rievocano il trentennio trascorso,e faticherei a separarmene,ma i miei gusti in fatto di linea si sono evoluti ,si sono spostati per le linee classiche.
    navigando in rete ne osservo in foto di tante marche anche prestigiose
    ma in vero trovo solo nelle Dunhill le linee che ora apprezzerei e acquisterei.
    A parte il fatto che l'esperienza mi fa apprezzare solo quelle con il bocchino in ebanite; trovo nelle classiche dritte Dunhill avere una linea perfetta ,esattamente cio' che vorrei.
    Chiaro che anche altri marchi si avvicinano molto ai miei gusti ,ma in esse vi trovo sempre qualche compromesso che mi delude.
    Quindi ecco per parte mia spiegato il motivo di tanto successo durevole, io lo attribuisco alla perfezione delle linee classiche didunhill.

    Veramente interessante il tuo blog

    Un saluto

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  12. Leggo con molto piacere i tuoi scritti, per analogia di pensiero e per la godibilità del tuo stile.
    Sulle pipe Dunhill, verso le quali ho da sempre un passione quasi esclusiva aggiungo un commento che è valutazione alquanto soggettiva. Spesso mi sono trovato a paragonare un determinato shape con quelli analoghi di altre marche, pur rinomate, inglesi. La mia conclusione è stata questa: per non fare una copia della Dunhill quel tal produttore ha dovuto alterare la linea del bocchino sul quel punto; oppure ha dovuto piegare in quel modo...coese se, per non incorrere nel plagio di un motivo, un musicista fosse costretto a stonare su un punto! Il disegno di una Dunhill quasi sempre lo percepisco come perfetto. Come hai detto tu in un articolo, "il meglio che si può ottenere da..." Alcuni shape non mi hanno emozionano, ma non ho potuto dire che fossero sgraziati o sbagliati. Se è vero che alla resa del fumo non ci deve aspettare mistiche rivelazioni, è altresì vero che il loro disegno ti fa tacere come di fronte a un cerchio perfetto, quel punto raggiunto di equilibro, tra froma e funzione.

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  13. ho acquistato una dunhill e l' ho fatta restaurare (si dice così?) è marcata su un lato 705 F/T dunhill bruyere, sull'altro made in england 9 4 cerchiato A, ho cercato dicapire più o meno l' importanza dell' oggetto ma ho trovato sempre notizje monche, tu che mi sembri un esperto, sai dirmi di più? francolano69@gmail.com grazie

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  14. Beh, devo dire che sono finito qui perché sono uno di quelli delusi.

    Ho comprato recentemente una dunhill estate, una bellissima billiard shell briar 60 gruppo 4 (del 66), semplicemente instant classic a livello estetico, ma... non fuma per niente bene! Scalda tantissimo, fa acquerugiola, e questo con qualunque tabacco. Ho provato con SG golden glow (bulk, un tabacco che ha sempre una resa perfetta con qualunque delle altre pipe che ho in casa), con amphora original, con il Navy Flake di Mac Baren, addirittura con l'Italia. Ho provato con tabacchi più o meno umidi, e non riesco proprio a domarla!

    Perfino la vecchia Savinelli University fuma meglio. Consigli per ovviare al problema? Perché elegante e aggraziata lo è senz'altro. Ma con tutta questa attenzione alla qualità costruttiva e al fare pipe costantemente al top dovrebbe pure rendere, non dico al top, ma almeno bene alla prova del fumo. Sennò che senso ha?

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