martedì 22 gennaio 2013

Il coglione



Ci sono due pipe che mio padre voleva sempre vedere, ogni volta che veniva a pranzo a casa mia. Una era la Savinelli "Giubileo d'Oro Occhio di Pernice" shape 101(la chubby billiard , detta anche "Maigret", che era una delle mie forme predilette di qualche anno fa). Trovava che quella fosse la mia pipa più bella.

L'altra era questa, che stava all'estremo opposto dell'apprezzamento estetico. Tanto che, poco affettuosamente, l'aveva soprannominata "il coglione".

E' una raindrop molto massiccia di Julius Vesz, pipemaker fuggito come mio padre dall'Ungheria del 1956, ma approdato a Toronto. Pare che una volta in Canada, Vesz sia in qualche modo incappato in un magazzino (la leggenda dice un garage pieno) di radica ultracentenaria, l'abbia acquistato e su questo straordinario tesoro, abbia deciso di fondare la sua nuova vita nel Nuovo Mondo. Vesz ha il negozio/laboratorio nella galleria di uno dei più lussuosi hotel di Toronto. In Nord America, le sue pipe sono poco meno che mitologiche e questa fu acquistata da un mio amico americano direttamente dalle mani di Julius nel 1976, durante un viaggio al nord. A quei tempi, come riporta la stampigliatura, la pipa veniva venduta alla cifra stratosferica di 600 dollari canadesi. Era un grado 4, altissimo, dei tempi in cui la produzione di Vesz non si era ancora differenziata in "hand made" (radica normale, sbozzata al tornio e finita a mano) e "hand cut" (radica centenaria, fatta a mano dal principio alla fine), com'è oggi. Non ricordo esattamente i termini dello scambio col mio amico americano e tantomeno quello che ho dovuto dare in cambio. E sicuramente è meglio così.

Ad ogni modo, né la storia comune né il valore collezionistico contribuirono a far apprezzare da mio padre la mia Julius Vesz, che anzi diventò il laughing stock della mia rastrelliera. La pipa, in verità, fuma tanto bene quanto può fumare una radica. E' dolce, pulita, analitica. Con un peso di circa un etto e le dimensioni di una palla da tennis, non si può dire che sia una piuma da passeggiata. Ma in poltrona e caricata con una mezza scatola di qualche Virginia, regala bellissimi momenti. E' levigata, calda, setosa: un piacere da tenere in mano. Per averla, c'è voluto uno stipendio quasi intero di un redattore del New York Times.

Eppure niente. Mio padre l'ha distrutta. La guardo, cerco di ricordarmi quanto sia unica e straordinaria. Ma non riesco più a vederci nient'altro che un grosso coglione...





La stampigliatura del tempo prevedeva sia il grado che il prezzo in dollari canadesi.
Credo che l'inflazione seguita alla crisi petrolifera del 1973 abbia poi fatto giustizia di questa pratica. Qui il "400" era già stato ri-stampigliato in "600".


L'anno di produzione: 1976



Due ulteriori angolazioni della pipa

6 commenti:

  1. Chi non ha mai fatto un errore "coglione" nella propria vita piparia scagli la stessa !!!
    Effettivamente ritengo che prima o poi, golosi di poter provare un nome famoso, o perseguendo chissà quali mire, tutti ci siamo cascati o ci cascheremo. Tuttavia nel caso specifico concordo con tuo padre un poco coglioncella la trovo anch'io. Per il futuro attento a non comprarne un'altra poiché allora avresti "i Gioielli di famiglia" . (dopo questa confessione promettimi di rispondermi ancora)
    Cordialità.
    Fr.oliver

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  2. Beh io ho una Ser Jacopo Maxima Maxima che ha più o meno la stessa forma e lo stesso peso: nel mio caso, fu il venditore stesso a definirla "palla di elefante"... Io l'ho comprata comunque e tuttora la fumo!

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  3. Non vorrei apparire scortese ma concordo pienamente col giudizio espresso dal tuo genitore. Non dubito che nel suo genere sia una pipa meravigliosa, ma la trovo davvero lontana da quella che considero una bella pipa. Saluti.
    g

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  4. Cari tutti, giudizi e sfottò sono benvenuti :-)


    Mio padre credo avrebbe parole non meno colorite anche per altre creazioni che vanno vendute a migliaia di euro di questi tempi, e personalmente concorderei con lui.

    La pipa nel suo bene e nel suo male è lì da vedere. Non la considero un errore (come in altri casi ho fatto) perché fu un acquisto consapevole.

    A questa pipa ci tenevo perché mi intrigava la storia del pipemaker e il materiale. Ma che fosse bella non l'ho mai pensato. Devo dire però che, essendo meno integralista di mio padre (che si sarebbe rifiutato di mettere tabacco e perdere del tempo con un oggetto che considerava scomodo e orrendo), talvolta me la fumo comunque molto volentieri. Ho anche un'altra pipa di Vesz, che contribuì a distruggere definitivamente la reputazione del povero Julius in casa mia. Ma a questa sono più affezionato.

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    1. La pipa, secondo me, non si può definire brutta, la forma sferica può certamente ricordare un testicolo (in realtà dovrebbe assomigliare ad un fagiolo per essere fedele alla definizione di tuo padre).
      Sicuramente, un po' eccessiva in quanto a quantità di radica, ma nel complesso è ben realizzata e non ha una di quelle forme strane che ti fanno dubitare sul come andrebbe impugnata.

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  5. Caro Tonibaruch,
    la pipa è molto bella...io avrei utilizzato il giudizio di tuo padre a mio favore, fumando questa pipa nei momenti in cui desideravo sottolineare la mia virilità.
    Moltissimi anni fa, quando ancora studiavo (sono un medico), mio padre prese un termometro lasciato in giro senza custodia e lo mise nel fornello di un'enorme Ceppo bent apple...da allora quella è la pipa che fumo quando voglio valutare il mio stato di salute.
    Andrea

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