Forse la square panel più bella del mondo. La mia. Fatta da Chris Asteriou.
Di che materia è fatto un grande pipemaker? Per un terzo è fatto di cultura. Non la cultura dei professori (per quanto anche quella non faccia male). Ma la piccola cultura del suo lavoro e del suo mondo. Una lunga storia di marche, di shape, di varianti, di stili, di mode, di idee a volte geniali e a volte fallimentari, di cataloghi, di personaggi, di avventure. Un corpo di conoscenza viva, sudata, toccata: quella che ti dà un linguaggio comune con altri appassionati, che ti permette di capire e apprezzare quanto grande (o quanto terribile) è quello che è stato fatto prima di te. E magari, un giorno, ti permetterà anche di inventare qualcosa di nuovo, un tocco infinitesimale che ancora nessuno aveva dato prima e che farà di una pipa la tua pipa. Sì, perché il secondo terzo di un grande pipemaker è fatto di inventiva, della voglia di lasciare un segno, piccolo o grande che sia. Del desiderio di rielaborare quello che conosce e finalmente, un giorno, usarlo per creare qualcosa che prima non c'era. Quella scintilla che scocca dal profondo di qualcosa di vero. E che non potrà mai nascere dall'ignoranza, dalla superficialità, dal pressapochismo o dalla serialità bovina.
Il terzo terzo è quello che divide l'archivista dal primo violino solista. Puoi avere dentro tutto, ma non diventerà mai nulla se il buon Dio non ti ha dato anche la mano che serve per trasformare un'idea in un pezzo di legno e di ebanite capace di cantare.
Non è solo un problema di note giuste, di decimi di millimetri, di un buco dritto o storto. Una grande pipa è una armonia delicata. Ce ne sono di quasi belle, che guardi da sopra, da sotto, sembrano fatte anche bene. Eppure non cantano. Sono come belle campane di bronzo lustre, belle incise tutte intorno. Ma che suonano disperatamente fesse. Forse, con uno strumento tecnologico appropriato, si può anche capire da quale difetto interiore viene la ottusa fessaggine di quello strumento nato morto. Ma non è la cosa importante. Quello che conta è che ci sono pipe nate da un uomo (o talvolta una donna) che aveva la cultura, lo spirito e la mano per arrivare al cuore. Suonano argentine come un diapason. Sono qualcosa di più di una pipa che non ha difetti grossolani visibili. Sono capaci di dare una piccola emozione.
Ed è lì, a quel canto, a quella piccola emozione, che chi taglia radica, qualunque sia lo strumento che usa, dovrebbe voler arrivare.
Ogni grande creatore di pipe è fatto di questi tre terzi. Ma non tutti li hanno distribuiti nelle stesse proporzioni. Per qualcuno predomina l'inventiva visionaria, altri stupiscono di più per la meraviglia della loro mano. Quando scopri Chris (non mi avventuro nella traslitterazione del suo vero nome greco) Asteriou, l'impressione che nasce è che le tre doti siano state distribuite con un equilibrio aureo, classico. Lo incontrai per la prima volta diverso tempo fa, sfogliando il blog di Neil Archer: A passion for pipes.
Asteriou a quei tempi era un pipemaker ancora semisconosciuto al "grande pubblico" del minuscolo mondo della pipa d'autore. Lessi e rilessi l'articolo di Archer, rivivendo attraverso le sue parole il piacere che avevo provato altre volte parlando con artigiani che conoscono e che amano la pipa e che sanno muoversi perfettamente attraverso le pagine della sua storia. Quelli che non aspettano da te un progettino ma uno stimolo, un canovaccio da fare proprio e su cui cantare la propria musica.
Scoprii che Asteriou era un architetto. Ma anche che inseguendo la sua altra passione, aveva lavorato piuttosto a lungo a Roma, nel negozio di Musicò, un luogo centrale di cultura piparia. Ormai irrimediabilmente catturato al magnetismo del greco, scoprii scorrendo le sue pagine che Asteriou collezionava vecchie pipe. E dalle pipe dannatamente interessanti che raccoglieva (a volte vecchie varianti oscure di shape classici), la invidia che provavo per la incredibile lovat di Asteriou che continuava ad occhieggiarmi dal blog di Archer si estese alla collezione di pipe di Asteriou medesimo, al suo gusto raffinatissimo e alla sua abilità nel trovare nascoste chissà dove simili piccole perle di valore storico ed estetico, che raccontavano la storia meno nota di marchi come Comoy's e GBD.
Roso da desiderio e appunto dall'invidia decisi di affidare ad Asteriou un compito che non avevo ancora mai affidato a nessuno. Il sesto grado della pipa su commissione. Il trillo del diavolo del solista pipemaker. Lo shape che da sempre amo di più, la pipa che più ho invidiato a mio padre, quella di cui parlo sempre ma che mai prima avevo osato farmi realizzare, temendo il fallimento.
Molte sono le square panel. Pochissime quelle che passano l'esame. Quando ne trovo ne compro anche di imperfette. Amo le microvariazioni e anche una panel che suona un po' fessa, delle volte, per me può avere un significato. Però un conto è vedere e decidere, dare una casa al brutto anatroccolo conoscendo i suoi limiti, un conto è attendere con ansia il risultato di un lavoro su commissione e uscirne magari delusi, con le prprie aspettative infrante. Questo non ero mai stato capace di farlo ma con incoscienza mista a malvagità decisi di parlarne con Asteriou.
I colloqui via mail che ebbi con lui sono una delle esperienze più piacevoli della mia vita con le pipe. Come in una partita a tennis con una controparte abile, preparata ed elastica, la pipa cominciò a prendere forma, messaggio dopo messaggio. Io avevo i miei punti fermi, quei dettagli che guardo e che separano, per me, la grande panel da quella cosicosì. Quelle linee che devono essere continue, e quello no. Per rendere le cose ancora più difficili e pericolose, avevo il desiderio di una panel non ovvia, che non fosse la copia di qualche pipa famosa. Ma una panel nuova, una panel di Asteriou, slenderizzata, sottilmene modernizzata. Avevo anche qualche idea un po' balorda che Asteriou limò via subito, con colpi decisi.
Penso che fosse tarda primavera di un paio d'anni fa quando la panel si disegnò definitivamente con le parole e rimanemmo d'accordo che l'avrei ricevuta in settembre. Così almeno mi pare perché ho l'impressione di averla visualizzata per un lungo mese di agosto, prima di vederla arrivare in un pacchetto marrone.
Era la prima panel di Asteriou, la mia prima panel commissionata. Ed era oltre ogni mia ragionevole o irragionevole speranza. Non era solo una panel che cantava. Era la Maria Callas delle panel.
L'ho postata su diversi gruppi italiani e intarnazionali e qualcuno ha avuto addirittura la gentilezza di definirla la pipa più bella del mondo. Non so se lo sia. Ma penso che vedendola in queste foto la sentiate cantare anche voi.
https://www.youtube.com/watch?v=7rjGwS20V94
RispondiEliminadin don dan!!! veramente splendida!!! la porteresti in visione il 13/12/14 per farci lucidare gli occhi,grazie dell'articolo come sempre.
RispondiEliminaGrazie a te. Cercherò di ricordamene... sono un casinaro ma proverò a tenerlo a mente
EliminaAllora l'hai trovata la Panel di Frastanelli:)
RispondiEliminaNon ce ne sono altre. Devo averlo già detto.
RispondiEliminaPeccato che ce l'hai tu :D
In epoca non sospetta prima puntata Panel Frastanelli già sospettavo.
RispondiEliminaCaro Calogero modifica il finale.
Bella la pipa presentata, piacevole il Tuo post.
Cordialità
Fr.oliver
Questa pipa canta e suona anche, sì è la pipa più bella del mondo l'ho detto anche in altri luoghi e qui lo confermo. Questa slengher squadrata con cannello squadrato e bocchino squadrato così non l'avevo mai vista. Mi sembra come una dunhill liscia tipo brujere rossa ma molto più bella. Quello che piace è lo stile moderno di questa pipa ma anche altre pipe di questo artista mastro pipaio Astercu infatti hanno tutte questa modernità di interpretazione di forme vecchie oppure classiche che possono non piacere ai giovani. E' molto bello vedere come uno pensa una pipa e lo dice ad un mastro pipaio e egli, come Asteriu fa, riesce non solo a fare la pipa che voleva chi l'ha ordinata ma anche di più, come questa pipa chiaramente mostra.
RispondiEliminaHo seguito il mastro pipaio Astercu quando ha iniziato sul blog americano e poteva capirsi che era molto bravo ma ora lo è ancora di più.
Bravi!
Giangianni Giannigianni
Sul fatto che questa sia probabilmente la migliore pannel al mondo, personalmente nn ho dubbi.
RispondiEliminaSi fuma anche bene?
Un saluto
g
Si, sì... fuma ottimamente
Eliminapiù la osservo e più la trovo perfetta. Se fuma anche ottimamente, è davvero un capolavoro. Un "archetipo", degno di stare accanto alla "chaise longue" di Le Corbusier e alla Luger P08 cal 9 para bellum. Oggetti assolutamente perfetti e fuori dal tempo.
RispondiEliminag
Pipa meravigliosa....leggo da molto il tuo blog ma questo è il mio primo commento. Complimenti per tutto e invidia per la tua conoscenza pipica e per il tuo parco pipe
RispondiEliminaPipa meravigliosa....leggo da molto il tuo blog ma questo è il mio primo commento. Complimenti per tutto e invidia per la tua conoscenza pipica e per il tuo parco pipe
RispondiEliminaGrazie :-)
RispondiEliminaAnche io sono pericolosamente attratto dalla malia di questo shape. Di square panel, in giro, ne ho viste alcune gradevoli, pochissime belle, molte sgraziate.
RispondiEliminaIl profilo della tua è da numeri aurei nelle proporzioni, come le colonne di un tempio greco (appunto). Desiderabile come una donna di fascino.
Καπέλο [secondo l’infame traduttore googleiano, sarebbe chapeau in greco (maccheronico?)]
Sì è bellissima. Non è, tuttavia, la mia idea di panel che concepisco pù severa, robusta.
RispondiEliminaComplimenti per il blog. Ho inziato a fumare la pipa da poco e oltre al piacere di fumare e sperimentare sto dedicando del tempo anche ad approfondire aspetti storico/culturali. Trovare questo blog, che leggerò tutto, è stata una piacevole scoperta. Saluti
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