mercoledì 19 dicembre 2012

Mac Baren Golden Blend al cartoccio

Ricetta: prendete una scatola di tabacco, rosolatela in forno a 85° per cinque ore, avvolta in foglio di alluminio. Gustate  freddo, nella vostra pipa.


Non ho ancora grande esperienza con questa tecnica ma leggendo i commenti dell'amico gmroberto mi sono fatto l'idea che valesse la pena provare con questo Burley. In effetti ne valeva la pena.


La scienza è un'attività avventurosa, raramente compresa dai contemporanei. Ne ho avuto la prova il giorno in cui un paio di amici, ispirati da questo autorevolissimo articolo di fumeurs de pipe, hanno presentato su flp i risultati di un esperimento: il passaggio al forno del tabacco.
L'idea, con ogni evidenza, non ha nulla di balzano. Tutto il tabacco che fumiamo è stato sottoposto a trattamenti termici in qualche fase della sua vita. Ed è ben noto che diversi trattamenti producono diversi risultati. Molto in generale, un tabacco più "cotto" tende ad essere più morbido, cedendo qualcosa sul lato della fragranza. Il confronto tra Best Brown Flake e Full Virginia Flake, grosso modo dà un'idea.

In questo caso non si tratta di riprodurre temperature e pressioni di fabbrica, quanto di dare una piccola spinta termica di ritocco. A leggere l'articolo di fumeurs de pipe, sembra che sia utile per ammorbidire certe asprezze, arrotondare il gusto, e arrivare per una via diversa al genere di effetto che ci si aspetta, più o meno,  dall'invecchiamento. La tecnica vanta padrini nobilissimi, come Fred Hanna (che ha inserito la tecnica nel suo ultimo libro dedicato alla ricerca della fumata perfetta) e il venerabile Gregory Pease, che pare sperimentasse con forni e confezioni di tabacco ai vecchi tempi del suo primo impiego da Drucquer (grande tabaccaio californiano ormai scomparso). Gli sperimentatori avevano seguito procedimenti rigorosi e presentavano seriamente i risultati delle loro prove di assaggio, prima e dopo.

Ma l'uditorio al quale la tecnica è stata presentata, non si è mostrato particolarmente ricettivo per le novità. L'idea è stata in vario modo derisa, partendo dal robusto assunto che "se fosse utile i fabbricanti di tabacco lo farebbero già". Qualcuno temeva avvelenamenti. Altri l'esplosione delle scatole di tabacco  e del forno, con possibili danni e persone e cose. L'invenzione della macchina a vapore dubito abbia creato più diffidenza e panico dell'idea di scaldare a 85° per cinque ore una scatola di tabacco. Citare gli illustri padrini e l'indubbia autorevolezza degli articoli nel quale la tecnica era presentata, e testata non si è dimostrato di nessun aiuto nel penetrare la corazza di diffidenza degli utenti del forum.

Pazienza. Il destino degli innovatori è quello di essere presi a pernacchie dai loro uditori. Ma talvolta anche quello di godere in misura notevole dei risultati delle proprie intuizioni. Consapevole di tutto ciò, fiducioso nel buon gusto dei miei amici (e anche in quello di Fred Hanna e Gregory Pease), ho cercato tra i tabacchi alla mano, pronti da fumare, una scatola adatta a tentare l'avventura.

Il Golden Blend Mac Baren è (soprattutto) Burley, un tabacco di base che in passato a me non ha mai interessato e che di solito mi irritava quando lo scoprivo ad allungare il brodo nelle miscele. Di Golden Blend comprai una busta, in omaggio ai gusti di un amico. Non mi è piaciuto. L'ho trovato aspro, tagliente, noioso e anche un po' pizzicante sulla lingua. Gli ho anche aggiunto un po' di Golden Glow, sperando di ammorbirdirlo un po'. Ma sono solo riuscito a sprecare un po' (e fortunatamente solo un po') di uno dei migliori Virginia che una pipa possa avere il privilegio di incontrare. Il Golden Blend è rimasto sordo ad ogni invito a farsi migliore. Mi è piaciuto talmente poco che, quando mi hanno assicurato che quello in scatola da 100gr è molto più buono, pur senza molta convinzione, ne ho ricomprata un'altra grossa scatola con l'idea di dargli un'altra chance. L'ultima.
Idea generosa, forse, ma anche imprudente. Tanto che il Golden Blend su cui avevo deciso di ributtarmi subito sfruttando il momento, è rimasto in un cassetto qualche mese. Quando ormai disperavo  di avere il coraggio di aprirlo, ecco che la cottura al forno è arrivata a fagiolo.

Tra gli esperimenti che Gaetano assicurava essere meglio riusciti, c'era proprio quello col Golden Blend, e così ne ho approfittato per darmi una ragione per tornare sui miei passi, facendo ciò che uno scienziato non dovrebbe mai fare: due esperimenti allo stesso tempo. Il Golden Blend in scatola (invece che in busta); Il Golden Blend al forno (invece che crudo). Avendo mal calcolato i tempi di partenza, un venerdì sera mi sono trovato ad aspettare davanti al forno quando erano ormai quasi le due di notte. Ma la mattina dopo, quando ho aperto la mia scatola, ho ringraziato di aver tenuto duro per amore della scienza. Il Mac Baren che al naturale mi era sembrato privo di qualunque attrattiva, già appena svitato il coperchio mandava un profumo invitante con tracce di tostatura. Ne ho fumata una carica con il caffé e il profumo a crudo è stato confermato da un sentore di crosta di pane che ho trovato piacevolissimo e che certamente era del tutto assente nell'originale. Che sia stata la tostatura o il contenitore metallico, il tabacco risultava anche molto meno angoloso di quello che avevo fumato in busta. Non aggrediva, non grattava, non bruciava. Ma anzi avvolgeva il profumo di pane appena uscito dal forno con una certa morbidezza. Finita la mia pipa, abbastanza incredibilmente, mi sono trovato a desiderare un'altra carica di Golden Blend nel giro di poche ore.

A questo punto l'ho fumato abbastanza per poter dire che il nuovo Golden Blend al cartoccio risulta un tabacco gustoso per tutti i momenti in cui si vuol fumare qualcosa di sobrio e semplice, non troppo invadente, non troppo esigente con i sensi. Un tabacco da riposo, da fumare con piacere, non da degustare e centellinare. Nemmeno da miscelare, per quanto mi riguarda. 

Una vittoria della curiosità informata e della scienza sull'abitutine, e persino sull'esperienza.


Il Golden Blend Mac Baren si presenta un po' scurito, manda un delizioso profumo di crosta di pane e, una volta acceso si dimostra gustoso e piacevole. Non mi era mai successo di avere voglia di fumare del Golden Blend. Col Golden Blend al cartoccio ho provato anche questa esperienza.



8 commenti:

  1. hai sintetizzato in maniera perfetta l'importanza della ricerca (e te lo dico da ricercatore)... non sempre si ottengono buoni risultati... ma quando si ottengono ripagano ampiamente tutti gli esperimenti falliti

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    1. Sperimentare in cucina è una delle cose che mi divertono di più. Se poi sperimento in cucina roba che si fuma, sono due passioni che si incontrano... :-)

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  2. Caro Toni, lascia che ti risponda in questo luogo assai più tranquillo dell'altro in cui se ne è parlato.
    La novità non è novità affatto, dato che tu stesso parli di illustri praticanti predecessori. Concordo con te che l'obiezione sul "i fabbricanti lo farebbero" è abbastanza oziosa in quanto lo fanno, sia pur in forme, tempi, quantità e contenitori diversi.
    Non so se ti riferissi a me citando quelli che "temono l'avvelenamento", ma voglio chiarire il mio pensiero.
    Ho già precisato che lo faccio da parecchio tempo proprio per smussare certe angolosità di alcuni tabacchi e nel luogo di cui sopra mi sono limitato a esprimere alcuni dubbi sull'opportunità di usare contenitori dei quali non conosciamo l'idoneità della guarnizione e l'atossicità degli inchiostri usati per le stampe. Quindi vorrei precisare: secondo me ha un senso dare a un tabacco la "spinta termica" in Latta se poi lo vuoi rivendere, ma se lo fai per te, tanto vale che usi barattoli creati all'uopo e di quelli ne abbiamo tutti diversi dentro casa.
    Concordo comunque sulla scelta del tabacco, tanto è vero che citavo il Golden Blend tra quelli che a mio parere possono trarre giovamento dal trattamento. Mi fa quindi piacere leggere la tua conferma.
    Con simpatia
    nogu

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    1. No, no nogu. Non mi riferivo a te (e in realtà a nessuno in particolare, mi ha solo divertito il clima di "dagli all'untore"). Poi so benissimo che tu sei un cuocitore ben più esperto di me.

      Su inchiostri guarnizioni e gomme, non mi sono posto un gran problema. Ma in effetti è una obiezione e una cautela sensata (benché sia abbastanza convinto che i pericoli statisticamente più rilevanti stiano proprio nel tabacco, più che in qualsiasi altra cosa). Ha certamente un senso.

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  3. Sta cuocendo in forno... Stasera ti dico com'è ��

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  4. Come ha reso il tabacco in conservazione? Quanto è durato?
    Hai più sperimentato?
    Cottura in Bormioli?
    Grazie

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    1. L'ho fumato. Cottura come descritto, credo funzioni anche in Bormioli.

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