martedì 8 gennaio 2013

Restaurare una pipa



Come spiegato in altro post, ero da tempo a caccia di una Kriswill Bernadotte di uno shape simile a questo:





Da quando mi ci sono messo ne ho incrociata qualcuna, ma per una ragione o per l'altra, troppo cara, troppo nuova (spesso le due cose vanno insieme), troppo difficile (venditori che non spediscono in Italia), non avevo ancora trovato quella giusta. Alla fine dell'estate l'occasione si è presentata in Germania e le due cose che mi hanno interessato sono state che la pipa non era proprio una replica identica di quella che, comunque, avevo già. Bocchino un po' più dritto, finitura liscia anziché sabbiata, probabilmente qualche anno di meno. Con 41 euro e una spedizione continentale, la cosa si poteva fare.
La pipa era in condizioni più che discrete, con tutte le marcature al loro posto, l'ebanite solo leggermente ingiallita. Ma anche con un paio di segni che mi disturbavano un po', come se fosse caduta. Non essendo un oggetto particolarmente prezioso, l'ho usata come cavia per esercitare le mie scarse abilità di restauratore.



La pipa si presentava così:


Discreto l'aspetto generale. 

Bocchino integro ma sporco e un po' ingiallito, che mi ha fatto risparmiare una trentina di euro.


Segni di maltrattamento, più che di di uso intensivo

Fornello un po' incrostato ma nemmeno troppo, easy.  

Nomenclatura: a posto.  

Prima fase: il bocchino:

Il bocchino smontato rivelava un inner tube. E' il genere di inserto che stacco subito e getto via "con esecrazione" (cit. Peppe Ramazzotti) dalle mie pipe. Fortunatamente non per tutti è così e questo garantisce la preservazione di un cannello ragionevolmente inodore anche se il proprietario è uno sporcaccione, il che evita brutte avventure di disinfestazione come quelle che mi è capitata con questa pipa
Era un'invenzione comoda finché gli scovolini non esistevano. Ora che esistono, è sufficiente usarli.

Il primo passaggio lo faccio sempre con alcool, sfrego il bocchino all'esterno togliendo già il grosso dell'ingiallimento e con scovolino ruvido curo bene l'interno, finché tutte le tracce di catrame se ne sono andate. Lo stesso faccio nel cannello, che normalmente è sempre più rognoso (ma non quando il precedente proprietario usava l'inner tube!).
Sempre con alcool e una pezzuola tolgo le incrostazioni di catrame dal rim. In questo caso la pipa è una naturale chiara e si può agire senza eccessiva prudenza. Con pipe colorate bisogna fare molta attenzione perché l'alcool attacca e squaglia la finitura della pipa.


Il bocchino va in una soluzione di acqua e bicarbonato, che porta in superficie lo zolfo (l'ingiallimento del bocchino), lo scioglie e facilita la sua rimozione. In questo caso ho immerso il bocchino con inner tube inserito, contando sull'effetto emolliente dell'acqua prima di strappare definitivamente il tubetto, che appariva incollato dal catrame in modo piuttosto robusto.
Io uso bicarbonato, che è dolce e innocuo. Un grande riparatore mi ha consigliato la soda caustica molto diluita. Attenzione in questo caso a sciacquare bene e al fatto che sia davvero diluita, se non si vuole vedere sparire anche il bocchino, insieme allo zolfo che lo ricopre...
In ogni caso il bagnetto dura circa 12 ore.

Dopo il bagnetto non resta che usare la ruota abrasiva (con attenzione) oppure (come io preferisco sia per pigrizia, visto che lavoro in appartamento e non in un garage), un po' di carta abrasiva sottolissima 1000 o 1200. Si lavora su bocchino bagnato, il che consente di portare via lo zolfo con facilità, senza consumare eccessivamente l'ebanite sana. Lavorando su bocchino asciutto, l'usura è molto maggiore e si ottengono i deprecabili risultati di troppe pipe restaurate "professionalmente".
Non avendo tre mani, non ho fatto foto di me che carteggio.

Fase due: la testa:

Oltre che un po' massacrata di lato, la testa presentava una bruciatura sul bordo superiore, una cosa che odio.

Dettaglio della bruciatura. Non è drammatica ma abbassare la testa fino al punto di eliminarla mi sembrava eccessivo. Ho optato per la via mediana: un leggerissimo impercettibile abbassamento, e un colpetto di carta sul rimanente della bruciatura.

La prima operazione importante, nel caso di pipe naturali (non colorate) è sempre una bella pulizia con spazzolino e sapone di marsiglia. E' una operazione molto soft, che restituisce alla pipa una sorprendente freschezza, eliminando strati di sporco a volte insospettabili e restituendo un colore molto vicino a quello della pipa nuova.  Molti sostenono che la radica non vada mai toccata dall'acqua. Io penso sia una sciocchezza: ho cominciato a farlo con le Savinelli corallo, che si sporcano in modo indicibile. E pur essendo porose non hanno mai minimamente sofferto. Oggi quando serve lo faccio con tutte e praticamente sempre con una pipa che sto restaurando, a meno che sia quasi infumata. Con le pipe colorate bisogna stare molto più attenti perché possono perdere colore. Il colore è un caso difficileda trattare in generale e delle volte occorre scegliere se tenere la pipa un po' danneggiata ma originale oppure gettare il cuore oltre l'ostacolo anche a costo di perdere un po' di originalità. Con sabbiate e rusticate i passaggi successivi sono comunque impossibili e si va direttamente alla lucidatura, una volta che la pipa è ben asciutta.


Abbassamento per eliminare la piccola bruciatura: si appoggia la carta (molto sottile) su un piano e dolcemente si sfrega la pipa, solo così si conservano i bordi taglienti del fornello.

Questa è una operazione che si può fare con facilità solo su pipe naturali. Con pipe colorate occorrerebbe ritrovare nel pezzo "corretto" una improbabile tinta originale, oppure ritingere tutta la pipa, una orrida operazione anti-filologica che mi fa preferire di gran lunga le leggere bruciature quando ci sono. Siccome so che a un venditore professionale la tentazione di eliminare le bruciature viene, osservo sempre con grande attenzione le pipe usate che mi sembrano troppo belle e tendo a preferire l'acquisto di pipe malconce che mi devo sistemare io, piuttosto che sborsare cifre maggiorate per vecchie pipe sistematissime e lucidissime, che hanno perso quasi ogni traccia delle loro sembianze originali.

Va detto che anche le pipe naturali quasi sempre hanno una leggera tintura. Sul rim la correzione successiva si può trascurare: ci penserà l'uso a scurire di nuovo il tutto. In questo caso invece ho fatto una cosa che non faccio quasi mai: scartavetrare con attenzione anche i fianchi della pipa per eliminare i segnetti che si vedono sopra. Erano più sporco che altro, ma facendolo ho comunque riportato la radica al vivo creando una chiazza chiara, come prevedevo. 

Non essendo un grande artigiano, correggerla è stata per me una operazione di un certo impegno, che ho realizzato con un pennellino, del vino e del caffé. La radica assorbe poco e quindi poco a poco, talvolta mettendo il caffé in modo localizzato, talvolta spennellando tutta la testa per non creare bordi e aloni ho sistemato il colore perfettamente. Era una correzione molto leggera. Con una pipa chiara ma solo leggermente più colorata non mi sarei assolutamente arrischiato.


Pulito il cannello, il bocchino, eliminata la bruciatura e il segno di caduta, si può lucidare il bocchino con Sidol o con una pezzuola umida tamponata nella cenere, o col dentifricio, a seconda dei gusti. La testa se è liscia si può lucidare con carnauba (io lo evito) oppure semplicemente col panno siliconato (ne ho comprato uno Dunhill vent'anni fa e fa ancora il suo lavoro).

Il risultato della mia piccola operazione di resturo è stato ai miei occhi pienamente soddisfacente. Aggiungo che la pipa fuma benissimo ed è leggera come una piuma. E' una di quelle che tengo più frequentemente alla mano, anche perché una pipa restaurata va un po' fumata per riacquisire la patina che fatalmente un po' si perde.





La mia Kriswill, nelle sua attuali condizioni d'uso.





24 commenti:

  1. COMPLIMENTI! Un lavoro da professionista. Sistemi di restauro da imitare... Per uno come me fumatore di pipa: che cerca di arrangiarsi da solo, nel riparare le cose...

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  2. Complimeni Toni. interessante il metodo dello spazzolino e sapone.
    Anch'io sono riluttante ad usare le paste abrasive, dopo che col calore del disco in rotazione ho deformato un paio di bocchini!
    Una cosa che non mi pare tu abbia approfondito.. come hai fatto ad eliminare il segno di caduta sul lato? sempre carta vetrata?

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    1. L'ho scritto. Ho carteggiato e causato così la chiazza chiara sulla finitura che ho poi leggermente abbronzato col caffé

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  3. si scusa, avevo letto male e pensavo parlassi ancora del bordo. Dunque la tua "tintura" era composta interamente da vino+caffè.. interessante anche questo!

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    1. E' un'idea che mi è venuta così. La macchia di chiaro era abbastanza leggera, aveva solo bisogno di una leggera correzione

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  4. Non ricordo bene ma, probabilmete, quella Kriswill me l'hai soffiata per una distrazione... e poco prima mi pare ce ne fosse un'altra sabbiata e infumata... sfuggita anche quella. (sono una frana su ebay).

    E' proprio venuta bene.
    saluti
    g

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    1. La sabbiata infumata era andata troppo su. L'ho persa anch'io ma non sono andato alla morte perché una sabbiata l'avevo. Questa l'ho presa su ebay tedesco.

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    2. Mi pare proprio sia lei. E' una tipologia di pipa che mi piace davvero molto.
      Visto che l'ho persa io, sono contento che sia finita nelle tue abili mani.
      Quella lassù è davvero molto sfruttata ma ha un fascino molto particolare. Ha un design ridotto all'essenziale. Caatteristica che io prediligo in tutto, non solo nelle pipe.

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  5. Bravo, bravo, bravo. Senza voler nulla togliere agli artigiani professionisti, il fai da Te dà sicuramente grandi soddisfazioni.
    Cordialità
    fr.oliver

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    1. Grazie :-)

      A parte il divertimento del fai da te, se c'è una cosa che odio sono le pipe "tagliate" e ridipinte e visto che le pipe vecchie mi piacciono, il rischio di incapparci c'è.

      Se me le rifaccio io spendo meno e so esattamente quanto c'è di vero nella pipa che compro. Adesso per esempio ho preso a poco una vecchia Dunhill 120 Tanshell che a giudicare dalle foto sembra un vero rottame. La nomenclatura è quasi andata, il bocchino è stato praticamente morso via. Me la sistemerò con calma e farò rifare il bocchino da Gilli. Se la pipa viene fuori chiara, magari oso pure un bocchino non filologico, visto che è sostituito non mi pongo il problema. In questo caso farò un restauro modernizzatore.

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  6. Ho letto con interesse l'articolo e penso che dovrò seguire i tuoi consigli per recuperare i bocchini, ingialliti, delle mie vecchie pipe. Però il problema più grande e trovare un bocchino che vada bene per la mia Kriswill Bernadotte 10. S'è rotto proprio nell'attaccatura, troncata di netto, probabilmente per una caduta.
    Grazie per la risposta e complimenti.

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    1. Non devi rifare il bocchino. Vai da un riparatore capace e fatti sostituire solo il perno (quello che si è rotto). In sostanza trapaneranno un po' il vecchio bocchino, per inserire e incollare un perno nuovo. Riparazione da poco e soprattutto tieni il bocchino originale.

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  7. Ciao Toni
    dopo il trattamento della carta abrasiva sul bocchino gli hai fatto anceh quello del sidol per lucidarlo? è possibile vedere il risultato?
    In alternativa passare il sidol senza prima carteggiare dici che non riesca a rimuovere lo zolfo?
    un saluto

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    1. Il risultato è quello che vedi nella prima delle ultime foto.

      Sì, dopo la carta il bocchino va lucidato. O ruota, o sidol, o cenere, o delle volte anche solo un po' di dentifricio. Con solo sidol ho recuperato il bocchino della vecchia GMD pot di questo post.
      http://13pipe.blogspot.it/2011/11/una-gbd-degli-anni-doro-ma-quali.html

      Mi ci sono incaponito e ci ho messo almeno una settimana di lucidate continue... faticoso. Meglio togliere il grosso prima e lucidare col sidol poi. Se invece il bocchino è solo "ombreggiato" di giallo, il sidol va benissimo.

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  8. Io sto restaurando amatorialmente una Lorenzo Elba presa in un mercatino, il problema principale che ho è che il vecchio proprietario tentando di pulirla ha asportato la "vernice" nera che ricopriva la rusticatura. Nei punti più esterni in cui si è asportata di più riesco a vedere il colore della radica quindi deduco che non è tinta a mordente anilinico, ma ha una sorta di laccatura, tuttavia la superficie finale non è lucida ma opaca. Dovrei riportarla così http://images.smokingpipes.com/products/004-006-3358.jpg qualunque idea è preziosa e gradita, grazie :) Federico

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    1. Per sapere se è tinta all'anilina o no, prova a pulire la pipa con uno straccio intriso di alcool. Se ti rimane del colore nello straccio è anilina, e ritingi del colore che vuoi con anilina all'alcool. A me il tuo esempio non piace molto. Però volendo un nero profondo uniforme così, dai prima una mano di blu poi una di nero.

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  9. ciao toni,mi sto avvicinando da poco al mondo delle pipe.
    sto restaurando una vecchia chacom,pulendo la pipa con l'alcool il colore è venuto via tutto(come giustamente dici tu era colorata all'anilina)ora scusa le domande di seguito:
    La voglio ricolorare,ma dopo averlo fatto la posso decretare finita o devo ancora dare del lucido?
    Con che attrezzo la devo dare l'anilina?(pennello o dischetto di cotone?)
    Devo lucidarla con cera o con un protettivo o la posso fumare dopo averla colorata con anilina all'alcool e può bastare così?
    Se la devo ludidare con cosa la lucido?(ho un disco di spugna morbida per trapano,forse quello può andare?)
    Grazie mille per le risposte e buona serata,Stefano.

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  10. Ciao Toni. sto entrando solo ora nel bel mondo della pipa.
    Sto restaurando una vecchia chacom,è quasi finita ma siccome l'ho pulita con alcool ed era verniciata all'anilina ora è tutta scolorita e vorrei ricolorarla,scusami ora le domande di seguito:
    Dopo averla ricolorata è finita così?(la posso già fumare?)
    Devo passare un lucido o un protettivo per poterla fumare oppure no?
    con che attrezzo devo dare l'anilina?(pennellino?disco di cotone?)
    con che attrezzo devo dare il lucido o il protettivo(se serve)(ho una rotella di spugna morbida per il trapano)
    grazie mille,Stefano

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    1. E' curioso fare domande di questo genere a me, che sono inetto. Comunque l'anilina puoi darla con uno scovolino che non lasci peli. Tienila bella liquida, sfiammala appena data (facendo attenzione a stare lontano dall'alcool e dal barattolo principale), lucida con uno straccio per vedere l'effetto, semmai ripassa. Meglio molte mani trasparenti che una catramosa. Per dare la cerata finale (se la do, di solito no), uso il dremel e il dischetto di cotone adatto. Ho anche una mola coi dischi grandi ma usarla è troppo un traffico per me che vivo in un piccolo appartamento

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  11. ciao,ho appena acquistato una vecchia pipa in schiuma vienna su ebay a poco prezzo e volevo chiederti se il procedimento per il bocchino con il bagnetto in acqua e bicarbonato(pensavo di aggiungere anche un goccino d'aceto o succo di limone per rinfrescarlo) è valido anche per quelli in ambra vera o ambra coltivata(ancora non so di cosa sia fatto il mio,devo fare dei test,quando mi arriva a casa)..oltretutto ho letto che l'ambra andrebbe lavata solo con panno di daino poco sapone di marsiglia e acqua tiepida(certo nel mio caso non basterebbe per pulirla ben bene)..per disinfettarlo
    useresti l'alcol alimentare anche in questo caso?considerando che potrebbe trattarsi di ambra vera..
    invece,per pulire la schiuma ho letto che si usa acqua distillata e sapone neutro..e per lucidarla cera d'api bianca..puoi darmi consigli al riguardo?
    scusa le molte domande,ma ho utilizzato i tuoi consigli per restaurare una Savinelli punto oro ed è tornata nuova!!!
    GRAZIE!!!!!!!!!!!!

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  12. ..integro scrivendo che naturalmente l'uso della carta abrasiva per il bocchino,dopo il bagnetto per eliminare lo zolfo,sia in questo caso non opportuna per evitare di rovinare la delicata ambra giusto? in tal caso si passa direttamente ad una lucidata con olio? oppure?
    RI-GRAZIE!!!!!!!!!!!!!

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  13. Le schiume sono materia molto, molto delicata. Io a volte con robetta da poco ci ho anche provato ma non mi sentirei di passare a nessuno i miei consigli. Per il bocchino, se è la solita plasticaccia gialla c'è ben poco da lavorare. Lo lavi e basta. La plastica non fa zolfo, non si ossida. Basta pulirla. L'ambra dovrebbe avere altrettanto poco da fare. Non ho mai provato alcool o altro sull'ambra, non so se faccia danni. So solo che più invecchia più l'ambra vera diventa fragile, quindi attenzione. In generale... Un bocchino non va "disinfettato". Va semplicemente pulito per bene: acqua e sapone (o detersivo per piatti) sono più che sufficienti insieme a uno spazzolino e qualche scovolino.

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  14. Complimenti! Lavoro da esperto restauratote.

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