sabato 1 febbraio 2014

Il vento dell'Est





Poche cose sono confuse e opinabili come la nomenclatura delle miscele. Se è difficile andar d'accordo parlando di politica mediorientale, trovare un accordo sulla definizione di una miscela può risultare addirittura impossibile.
In questo campo astruso, forse il vertice della esotericità è raggiunto dal termine "Oriental Mixture". Chi ha qualche anno di pipa sulle spalle forse ricorda che questa definizione un tempo troneggiava su molte preziose scatole inglesi. Per un blender inglese "Oriental Mixture" è stato per lunghi anni sinonimo di miscela che ai tradizionali tabacchi coloniali (perciò in primis i virginia americani o di altre zone dell'Impero) aggiungeva i profumi esotici e le qualità di controllo termico dei tabacchi "orientali". Un aggettivo piuttosto vasto che, un po' come sulle vecchie carte dell'Impero Romano, riuniva in un'unica categoria tutto il vasto ed esplorato non-mondo esterno ai confini domestici. In questo caso, "orientale" stava ad indicare tutto ciò che proveniva dall'emisfero turco: balcani, Cipro, Anatolia, Siria, tabacchi potenti o profumati, leggeri o intrisi di fumi grassi come il latakia. Il latakia era una parte non ben distinta di questo tutto, e perciò la "oriental mixture" di un tabaccaio di Bond Street era grosso modo quella combinazione di Virginia di varia provenienza e tabacchi turchi tra cui il latakia. Così tipica delle miscele britanniche di tipo aristocratico (ben altri essendo i tabacchi di uso popolare) da prendere altrove il nome, non meno confusionario, di "miscela inglese".

Oggi quegli stessi miscugli di tabacchi si chiamano con molti nomi diversi, per esempio "english mixture", "latakia mixture" o anche, ancor più recentemente "balkan mixture" (categoria artificiale nata dal marketing un po' acchiappatutto, sovrapposta alle prime due, che assume significati diversi a seconda di chi la usa, e dunque del tutto inutile e confusionaria). Ma non più "Oriental Mixture".

L'Oriental Mixture è diventata un'altra cosa: una miscela ad alto tasso di orientali, generalmente senza o con solo una leggerissima ombra di latakia (che oggi si tratta sempre più come un tabacco distinto dagli orientali generici), mescolati al Virginia. Per quanto alto sia il tasso di orientali, o sia forte sia la caratterizzazione su una singola varietà (oggi siamo diventati più analitici in questo campo) qualsiasi miscela orientale, con rare eccezioni, continua ad avere il Virginia come suo componente principale.

Le Oriental, in accezione moderna, sono miscele di cui in Italia esistono pochissimi esempi, e poco rappresentativi. Anche per questo, per chi di tabacchi conosce poco, continua a essere difficilissimo capire di cosa sappiano questi tabacchi fantomatici dell'Oriente. Una soluzione è quella di assaggiare gli orientali puri che si trovano in due differenti combinazioni sfuse da Dubini, a Chiasso (raccomandabile quella di Poul Olsen). Esisteva in Italia anche la Orient Spezialitat Torben Dansk. Oggi è fuori commercio, e comunque non è una perdita gravissima, visto che il tipo di orientale che conteneva era piuttosto aspro e sigarettoso.
Tutt'altro mondo in termini di gradevolezza e ricchezza cangiante,  è quello della miscela di turchi puri in bulk di McClelland. Almeno per chi riesce a mettere le mani su una quota di questo bulk, tanto economico quanto stratosfericamente buono. Dopo averlo fumato in purezza per un periodo, ho deciso di provare a usarlo per una miscela orientale-inversa, ovvero per un mix in cui fosse il Virginia a fare da contrappunto alle volute contorte, esotiche, tostate, di questa incredibile falange di aromi.

Ho pensato a una proporzione di 3/4 orientale e per il quarto di virginia ho messo insieme una squadretta a base dolce, con una piccola dose di McCranie Red Flake usato delinquenzialmente nel mio pastrocchio per dare un po' di "cilindrata" alla squadra di virginia.

Ne è risultato un tabacco che definirei "da meditazione". E come una di quelle bottiglie di marsala cinquantenario che si tengono sul fondo del bar, da sorseggiare non tanto in momenti speciali, quanto in situazioni in cui ci si sente singolarmente ispirati a divagare verso sentieri dell'immaginario particolarmente tortuosi. Ho un paio di Dunhill di misura mediopiccola in cui questa miscela brucia in modo che trovo ideale. Un po' allungate, leggere, lasciano salire le loro volute psichedeliche mentre mi allungo sul divano a occhi socchiusi.

Penso sia un Oriente non meno appagante di quello che avrebbe potuto avvolgerci in una fumeria dell'East Side. Ma quando la brace ha fatto la sua strada e la pipa si fredda, è decisamente più facile venirne fuori.


Toni's Oriental No. 1

- 75%  --  McClelland Blended Turkish Ribbon
- 25% --  Virginia Blend  (--> 66% Torben Dansk Virginia Mysore 1.6 mm; 17% Golden Glow; 17% McCranie's Red Flake)



13 commenti:

  1. Tony bellissimo articolo,come sempre del resto,complimenti! E' sempre un piacere leggerti ;)
    A mio modesto parere chi in Italia volesse capire cosa significa "tabacco orientale" ha come scelta l'ottimo Skiff.E' vero,è pur sempre una EM,però gli orientali si sentono forti e chari.

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  2. Che dire delle misture fai dà te? Prova e riprova tal volta ci si azzecca. Quando mi è andata di fortuna, non ho annotato pesi e misure. Trascrivo la Tua che con maggiore diligenza ne dai conoscenza a tutti. Bello proseguire la ricerca piparia in Tua compagnia.
    Ora... bentornato.
    Cordialità.
    Fr.Oliver

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  3. Se le cose si fanno con criterio e con un minimo di conoscenza delle ricette-base, e partendo da buoni ingredenti, i risultati non sono così difficili da raggiungere.

    Questa è una ricetta un po' sperimentale. Ma il turco mc clelland di base a me piace molto anche da solo, anche se è un po' estremo. Aggiungerci un quarto di premix ragionato di virginia non può fare grosso danno, e infatti non lo fa. La differenza con il turco puro è più una sfumatura. Volendo fare un'oriental più classica, i rapporti andrebbero grosso modo ribaltati.

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  4. Partire da una miscela casalingua per partorire una seconda miscela casalingua sa oltremodo di temutissimo blob raschiatutto.

    Se te lo raccontano dal tabacchino annuisci con imbarazzo mentre sfreghi protettivo la lattina di zio Sam che hai in tasca e intanto pensi meno male che non l’ho fatto io, come un ciccione che guarda in tv un reality sugli obesi o come chi legga i due interventi precendenti.

    Tuttavia, viste le ottime referenze non posso che restare affascinato da tante nuvole dell’est ed ammetto di avere preso almeno un appunto su Poul Olsen.

    Quanto a me sono mesi che ho le chiazze di 7 seas bianco su tutti i vestiti e ho persino chiamato in giro col numero nascosto per recuperare delle buste di vanilla Cream di mac B. Mi godo comunque i tuoi racconti come spunti per un domani coscenzioso in cui smetterò di ingozzarmi di junktobacco.

    Saluti affezionatissimi per questo gradito ritorno.

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    1. E' ovvio che il primo passo del piccolo apprendista stregone è quello di correggere in un modo o nell'altro, senza rischiare troppo, delle miscele esistenti. Se conosci un po' le ricette di base e i tabacchi che usi puoi provare a rafforzare, diluire, aggiungere un non so che in tanti modi. E' sicuramente un'operazione più sensata delle miscelone di miscele (una busta di questo, una di quello, due e mezzo del terzo, sciroppo di ciliegia, grappa etc etc...)

      Se però uno si vuole divertire a creare delle miscele con i tabacchi base, quasi sempre farò qualcosa che ha una base di virginia. E se non si vuole ottenere un risultato piatto e monocorde, i virginia vanno mescolati prima tra di loro. Ce ne sono alcuni tipi che fanno da base, altri danno corpo, altri portano lo spunto nicotinico... In generale se usi circa una metà di biondo e il resto lo divvidi tra orange e virginia dark firecured, ottieni già qualcosa di usabile. Senza un po' di alchimia tra virginia una EM o un virginia perique accettabile non verrà mai fuori usando un solo virginia puro di base. Questa miscela invece, dove il virginia è solo una correzione, forse si poteva anche fare con un solo virginia (ma il premix lo avevo pronto e così l'ho usato)

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    2. Caro Tony grazie in primo luogo per le gradite chiacchiere di commento. Ti chiedo solo di correggere il mio appunto eliminando il riferimento ai due precedenti. L'intento chiaro era solo quello di spernacchiare l'accanimento scureggione. Mai avrei commentato con livore te o l'amichevole Oliver.

      Saluti ad entrambi e buone fumate aromatiche e non.

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    3. Non posso correggerti il commento, ma preciso sotto.

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    4. Vabbè, non riesco. Nel commento
      Anonimo03 febbraio 2014 13:25

      Il riferimento "ai due post sopra" deve intendersi come riferimento a due post che ho cancellato.

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  5. Considerazione puramente accademica senza volontà censoria : certo che commentare le miscele altrui belle o brutte, che siano e poi fumare 7 seas bianco o vanilla cream di mac B. mi sembra tanto l'individuo nel negozio del tabacchino che con la famosa mano in tasca spera di poter profumare l'ambiente che lo circonda.

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    1. Ognuno fuma quel che vuole... C'è gente che la pipa la sapeva fumare eccome, e che ha fumato tutta la vita amphora verde...

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  6. Bentornato Toni!
    E' sempre bello leggere i racconti delle tue sperimentazioni ragionate, di nuovo imparo qualcosa...grazie!
    Fumate serene, cliff

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  7. Con il tuo post del 12/7/2012 ti "scagliavi" passami il termine contro l'altro modo di fumare inglese - Samuel Gawith 1792 - "da un lato ti tramortisce con un calcio di nicotina che stenderebbe uno yak......" a parte, come confessi nel finale di, utilizzarlo a mo' di condimento per dare forza ad altre misture, non hai mai pensato di utilizzare la scatola intera - o la rimanente 51gr. per trarne una mistura accettabile? Sò che la mia affermazione potrebbe essere scambiata per sacrilegio ma tant'è se uno proprio la deve guardare è meglio azzardare.
    La fumo anch'io in piccole dosi così come lo Zio l'ha fatta, tuttavia mi rendo conto della potenza che ne svilupperà alla fine della fumata. Bontà e stordimento.
    Cordialità
    Fr.Oliver

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    1. Non mi piace, e il modo in cui ho detto di usarlo è l'unico che me lo rende sopportabile e nello stesso tempo migliora un tabacco che da solo non mi dice molto (il Mac Baren Scottish Mixture, non malvagio, ma un po' noioso)

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