martedì 27 novembre 2012

Kendal Flake (flavoured)

La confezione di Gawith & Hoggarth, che viene dai primi tempu in cui Synjeco iniziò ad importarlo, in Svizzera. Da ciò probabilmente la grafia errata di un marchio a quei tempi non ancora familiare.


Ho raccontato in altri post della mia avventura col primo, vecchio sampler di Gawith & Hoggart, la marca cugina di Samuel Gawith. Ad esempio qui e qui. Fu, in sostanza, una delusione cocente, che ci avrei messo anni per metabolizzare e in qualche modo ripensare.
I molti flake appena odorati che sono rimasti dormienti in questi tredici anni, oltre che sospetti e ostili, erano per me come i gattini della celebre metafora notturna: tutti, più o meno, bigi. Diversi, ma difficili da distinguere nelle loro individualità, come i cinesini all'occhio di chi non ne abbia mai incontrato uno.
Pur avendo evoluto il mio gusto in misura sufficiente da cominciare ad apprezzare il genere, devo dire che questa sensazione di una forte unità tra i prodotti della marca non si è modificata, se non dopo recentissimi assaggi di prodotti molto eterodossi, come il Louisiana Flake (uno dei pochi prodotti della Casa arricchito di Perique e privo dell'onnipresente "Kendal Scent").
Nella cucciolata più tradizionale, il Kendal Flake (in versione flavored), che ho aperto e rapidamente concluso in pochi giorni rappresenta un gattino un po' meno bigio degli altri. Per cominciare, manca della nota di fondo fire cured, ovvero di quel supplemento di forza delle volte un po' brutale che colloca la gran parte dei Gawith & Hoggart nella categoria dei "working class flakes", tabacchi di gusto amabilmente proletario, fatti per gente che bada al sodo e che chiede al suo tabacco una robusta spinta nicotinica per saltare in scioltezza da una birra scura all'altra.
Anche il Kendal Flake è un Virginia arricchito di altre componenti, ma in questo caso al posto della foglia scura dalle note affumicate, il condimento è costituito da Burley. Un aggiunta più gentile, che ha l'obbiettivo (pienamente raggiunto) di smorzare la punta incendiaria del Virginia, creando un flake che si carica e si fuma senza troppe preoccupazioni per la cottura della lingua. La nota di Kendal Scent è presente ma solo in sottofondo,  forse anche grazie all'invecchiamento prolungato.
Il Kendal Flake è dolce, come è giusto aspettarsi da un Virginia in origine prevalentemente chiaro (che gli anni hanno reso più profondo e maturo), ma si tratta di una dolcezza smorzata da una cornice sobria e seria che a me ricorda i toni del cuoio, più che la noce (generalmente associata al Burley).  E' un interessante incontro tra lo spirito ruvido di un tabacco inglese con pochi fronzoli e un po' di confortevole gentilezza americana. 
Un gatto di Kendal un po' particolare, che anche un osservatore distratto riuscirà a riconoscere dal particolarissimo accento.
 
 

6 commenti:

  1. Li descrivi in un modo così "intrigante" che fai venire una tremenda voglia di assaporarli...
    saluti.
    g

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    1. Tu se non sbaglio sei spesso in UK. Un paio di GH dovresti provarli, effettivamente. Ma pensavi bene e annusali bene, prima. Perché io ci ho messo 12 anni prima di cominciare ad apprezzarli... Nel complesso mi lasciarono allucinato.

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    2. In quest’ultimo periodo esigenze professionali mi costringono spesso in “paesacci” arabi dove guardano la pipa come se fosse la cosa più strana del mondo. Tabacchi assolutamente inesistenti. In effetti però in UK ci passo regolarmente e seguirò il tuo consiglio.

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  2. Sembra decisamente interessante questo Kendal's Flake, tra l'altro è uno di quelli indisponibili in Polonia. A proposito di gatti, il mio è golosissimo dei Samuel Gawith e dei G.L. Pease, di cui raccoglie con entusiasmo le briciole; Mac Baren e Dan Tobacco lo lasciano più freddo, e per i trinciati italici non manifesta alcun interesse. Un degustatore a quattro zampe? :-)

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    1. Un gatto che se ne intende. Regagli una pipa per le feste :-)

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    2. Quello sarà il regalo per me. A lui regalerò una confezione di scovolini a cui dare la caccia...

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