giovedì 27 ottobre 2011

La mia prima buona pipa


Savinelli Silver 101, bocchino in corno di bufalo nero, tagliato da Mauro Gilli


Ho cominciato a fumare la pipa a sedici anni, di nascosto da mio padre e soprattutto dagli amici, che mi avrebbero preso per il culo fino alla morte. Le mie prime pipe sono state delle cosette da tabaccaio da dimenticare. E infatti le ho dimenticate. Ad Amsterdam, verso i vent'anni, comprai la prima Stanwell, che fu la mia prima pipa ufficiale, ovvero la prima che osai mettermi a fumare in poltona a casa dei miei.  Era una pipa qualitativamente decente ma piuttosto bolidista nelle forme. Ci fumavo dei Curly cut poderosi che mi facevano girare la testa, anche perché la pipa era curva e dal fornello i vapori del Three Nuns tendevano a salirmi direttamente al naso causandomi talvolta dei mezzi svenimenti. Quella pipa ce l'ho ancora, è stata la mia prima pipa vera, ma non una vera buona pipa.
Il titolo spetta a questa Savinelli silver modello 101, la prima pipa che comprai con i primi soldi del mio rimborso spese da borsista Assap. Mio padre aveva alcune silver sabbiate nere che mi piacevano molto e che a  quei tempi (ipse dixit) erano le pipe da comprare per risparmiare un po' sul massimo di Savinelli, la Punto Oro. Oltre la punto oro c'erano la Giubileo d'Oro, costosissima e immacolata da qualunque difetto anche microscopico e le Autograph, piponi freestyle tagliati a mano in pezzi unici, che però non ci piacevano (e in genere non mi sono mai piaciute nemmeno dopo). I soldi per una Punto Oro non li avevo (liscia, costava 120mila lire), forse non mi ci sentivo pronto. Soprattutto nel negozio di via Orefici mi innamorai della Savinelli 101, che sul catalogo mi aveva colpito meno. Il modello era ed è una grossa e tozza billiard che gli inglesi chiamano Chubby e qualcuno chiama "Maigret", credo perché mio padre ne aveva reso famosa la forma nelle sue copertine, pur non possedendone nemmeno una e senza che Gino Cervi avesse mai fumato pipe di questo tipo nelle serie di film per la TV che avevano reso famoso il personaggio in Italia. Trovavo che la vera di argento caratteristica della silver stesse benissimo su questo modello che per il mio gusto avrebbe dovuto assolutamente essere liscio (cosa che mi avrebbe portato a investire 80mila  lire invece delle 60 che costava la sabbiata). E così uscii felice dal negozio con quella che sarebbe stata la mia prima buona pipa. Credo sia la pipa che ho fumato di più in assoluto, fino a sbiadire il suo originario colore rossiccio. Ma l'ho fumata bene, senza abusarla con l'accendino, sempre accendendola con i fiammiferi svedesi per non bruciare e arrotondare il bordo del fornello all'interno. Il che è grave con tutti i fornelli, ma specialmente in quelli che io preferisco, spessi, tagliati dritti sopra, con una fornace cilindrica e senza svasature. Dopo innumerevoli fumate, tutte le superfici di questa pipa si incontrano ancora con gli angoli taglienti, caratteristici di questo modello e senza i quali una 101 diventa una ciabatta sformata.
L'ho fumata a letto, in poltrona, passeggiando, chiamando la wolverina la sera dal telefono a gettoni di fronte a casa mia, quando non eravamo ancora sposati. L'ho fumata sempre con misture inglesi di latakia, che sono la morte sua, e l'ho fumata fino al punto di consumarne l'originale bocchino in ebanite di qualità un po' così così (non il punto forte di Savinelli). E così, col tempo, le ho regalato un bocchino nuovo e irragionevolmente lussuoso, in corno di bufalo nero, tagliato a mano da Mauro Gilli a Torino.
I casi della vita hanno fatto sì che sia finita nella rastrelliera che tengo qui in ufficio, dove un tempo potevo fumarla. Ormai non più. Ogni volta che la riprendo in mano ne sento la nostalgia, e ho deciso che la rimetterò in funzione, per le mia passeggiate all'ora di pranzo o tra l'ufficio e casa. Non è una piuma. Non sarà la pipa ideale da tenere tra i denti  camminando, ma si può fare. E lo farò di nuovo.

10 commenti:

  1. Interessantissimo racconto....anche io conservo con cura la mia prima vera pipa che mi sono autoregalato!!!

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    1. Ciao Gabriele. Fai bene. Io la prima buona ce l'ho ma sfortunatemente le primissime non tanto buone le ho perse... Peccato. Mi piacerebbe averle ancora qui.

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  2. Anch'io conservo amorevolmente le mie due prime Savinelli Silver sabbiate. Sono scolorite ma fumano ancora benissimo. La qualità delle Savinelli attuali è ben inferiore.

    Valerio Rossi
    Como

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    1. Forse non la radica, e nemmeno il materiale del bocchino. Ma la fattura, i cannelli da filtro e la pretenziosità ingiustificata sono veramente irritanti. Una volta mi accostavo sempre con piacere alla vetrina di Savinelli. Ora lo faccio con timore, misto anche, certe volte, a una certa incazzatura...

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  3. Cercavo, in rete, indicazioni sulle Silver anni 80 pre-filtro (ho idea di prenderne una). Ancora una volta, non occorreva affannarsi tanto a cercare nel gurgite vasto e digitale in cui rari nantes, più che surfare, annaspano e sbuffano (come me): bastava aprire questi cassetti che contengono storie.
    Grazie (ancora una volta).
    F

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  4. Questa storia del filtro delle Savinelli produce un sacco di confusione in rete, come del resto quasi tutto. Non è affatto vero che per trovare una silver senza filtro si debba andare alle pre 1980. Tutte le silver che ho comprato io, anche dopo, anche usate (una giusto recentissimamente) il filtro non ce l'hanno. Non posso escludere che qualcuna sia stata fatta con filtro, ma io non ne ho avute e questa è certamente post-1985, direi circa 1988, e il filtro non ce l'aveva nemmeno prima. Ad ogni modo, se il filtro dà noia (come da noia a me) e la pipa piace, basta metterci l'adattatore

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  5. tutto vero, compresa l'azione estirpatrice del filtro, liberatoria assai. Le Silver attuali poste in vendita sul sito di un assai noto veditore torinese il cui nome ricorda le carni lesse (da consumarsi preferibilmente accompagnate da ghiotte salse) hanno tutte il filtro e davo per scontato esistesse un momento zero, per l’utilizzo della balsa anche su questa linea; interessante apprendere che così non è. Ho comunque acquistato, da altro rivenditore, una Silver risalente – così mi si dice - ai primi anni ’80, una pottina, shape ispirato da altro post chez 13 Pipe (quello sui flake).

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  6. Savinelli l'ho seguita molto fino a quindicina di anni fa, poi ho perso un po' il contatto, per cui mi è difficile dire quando siano state introdotte cosa che io ricordo non esserci e ora ci sono. Posso dire che il filtro, a metà anni 80, quando cominciai a interessarmi di pipe, c'era solo su un paio di linee Savinelli. E così è continuato per lungo tempo, magari espandendosi un po' alla volta ma mai nelle serie che interessavano a me, che il filtro non l'ho mai voluto fra le scatole. Quindici anni dopo, della terna (silver, punto oro, giubileo) la silver è andata fuori produzione (apprendo che gli ultimi esemplari dovessero essere filtrati, ma io non ne ho mai avuti mie né li ricordo così in negozio, tra le ultime rimanenze, per quanto ci si possa sempre sbagliare su queste cose), la punto oro è stata più o meno distrutta, la Giubileo sopravvive ma non ho guardato se l'abbiano violentata col filtro, cosa che purtroppo temo probabile.

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  7. Bocchino "irragionevolmente lussuoso" per la prima buona pipa? E quale pipa merita tale trattamento se non questa? Questo post è fatto di ricordi, di amore e di nostalgia. Che questa pipa, più di altre, le ha fatto provare, è evidente. Il bocchino del grande Mauro Gilli è il MINIMO che questa pipa si meriti. E la fumi, questa 101!
    Gianluca

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  8. Come ti trovi con i bocchini in corno? Stanno bene in bocca? No, perché avrei una mezza idea di farmi fare una pipa da Simone Gilli e ho pensato di metterci anche io un bocchino di corno di bufalo nero..

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